Il 24 Febbraio sono state tagliate delle reti.

In genere questi annunci sono legati alle lotte contro le basi militari le cui recinzioni hanno subito spesso e con gioia le attenzioni delle tenaglie e delle mani che le stringevano.

Questa volta il contesto è diverso. Siamo a Selargius in località Su Padru, nelle campagne che circondano il paese a pochi Km da Cagliari e le reti sono di uno dei cantieri di Terna, enorme azienda specializzata nel traffico energetico che ha messo i suoi tentacoli attorno alle campagne selargine per costruire due sottostazioni a servizio dell’ormai famigerato Tyrrhenian Link.

Un comitato spontaneo nato a Selargius ha da tempo tolto il velo agli intrallazzi tra amministrazione comunale e Terna che hanno consentito di far passare anche l’esistenza stessa del progetto sotto silenzio. Ci sono state tante assemblee comunali in cui la popolazione ha avuto modo di ascoltare e contestare il Comune con Sindaco e consiglieri di maggioranza e ci soso state tante assemblee pubbliche per informare la popolazione di quello che sta accadendo, ovvero un furto bello e buono della terra.

Alcune ed alcuni partecipanti al comitato hanno deciso,tempo fa, di costruire una baracca proprio in uno dei tanti terreni destinati all’esproprio per cominciare un presidio permanente che è stato teatro di tante iniziative a sostegno delle campagne e contro questo ennesimo scempio.

Da qualche settimana però nonostante ci siano ricorsi in movimento, richieste di moratoria in sospeso e tante altre iniziative contrarie al progetto, Terna ha comunque iniziato dei lavori di carotaggio ed ha iniziato a recintare le terre di cui si è già riuscita ad appropriare istituendo dei cantieri archeologici, a detta loro.

Le reti arancioni spiccano notevolmente nelle verdi campagne selargine e insieme alla comparsa di queste recinzioni sono iniziati gli espianti di ulivi secolari e mandorli, ospiti evidentemente sgraditi all’azienda. Gli ulivi dicono saranno reimpiantati in altri posti, i mandorli non hanno avuto la stessa fortuna e sono stati semplicemente distrutti.

Ad azione corrisponde reazione e Selargini e solidali hanno organizzato un sit in ed una passeggiata verso quelle reti per ricordare a Terna che la terra non è certo un bene che può essere lasciato nelle mani di chi mira solo al profitto ma è un qualcosa da preservare e coltivare, specie in tempi come questi.

Così un centinaio di persone da diverse parti della Sardegna si sono riunite a Sa Baracca de Su Padru e poi messe in marcia verso le reti dei cantieri, scandendo interventi su quanto sta accadendo.

All’arrivo al cantiere proprio di fronte alla vecchia stazione Terna, residuo degli anni ’80 e sotto lo sguardo di uno sparuto gruppo di carabinieri e vigilantes, i passi dei solidali non si sono fermati ma anzi hanno scavalcato e si sono riappropriati di una porzione di terra. Una parte del piccolo corteo ha esitato e non sono mancate discussioni ma la voglia di dimostrare che la terra è di tutti è stata più forte e così anche le reti sono iniziate a cadere insieme ai picchetti che le tenevano su e per chi ha visto altre recinzioni cadere non è stata poca l’emozione nel vedere mani giovani e anziane incrociarsi ed unirsi per strappare le reti rendendole inservibili e tirare fuori i picchetti ben piantati nel terreno.

Un’azione simbolica ma sicuramente importante per ribadire che ci sono ancora persone non indifferenti all’ennesimo furto della terra per il guadagno dei soliti pochi.

L’invasione del terreno non ha avuto grande riscontro nei giornali che mirano più a parlare di “pacifico dissenso” piuttosto che ammettere che il malcontento è in crescita e che a volte sono dei piccoli passi come questi che fanno nascere quella voglia di ribellarsi che in periodi di rassegnazione come questi sembra ormai un lontano miraggio.

Li a Su Padru però quel miraggio ha preso forma e concretezza, anche solo per un attimo e quelle terre ci vedranno ancora con altri piccoli passi.