Questo articolo è tratto dal numero 16 di Nurkuntra.

Il 30 maggio scorso è stata inaugurata la nuova casa dello studente di viale La Plaia dopo ben 10 anni da quando il bando per la costruzione del primo lotto fu assegnato alla ditta Pellegrini. L’inaugurazione è stato un evento in pompa magna, costato 30mila euro, che ha raccolto le principali cariche istituzionali sarde ma è stata anche teatro della protesta di alcuni studenti che hanno deciso di non assecondare dei festeggiamenti a dir poco ridicoli.

Il primo lotto del campus si è reso “necessario” in seguito alla totale incuria a cui sono state abbandonate le altre case dello studente (via Biasi, via Trentino e via Businco) e in seguito alla chiusura della casa di via Roma e di quella di via Montesanto. Date le premesse della situazione degli alloggi universitari negli ultimi 10 anni, il progetto parrebbe risolvere in buona parte le problematiche lamentate dagli studenti. Com’è ovvio, dietro la costruzione del primo lotto, ci sono una serie di affari che fanno tanto comodo all’Ersu quanto alla Pellegrini.

Gli studenti hanno sottolineato la responsabilità dell’Ersu per quanto riguarda la situazione delle altre case, ma soprattutto hanno sottolineato la totale inadeguatezza dell’ente data la situazione di diffuso caro affitti in tutto il cagliaritano. Quest’ultimo tema è un problema particolarmente sentito in una città turistica come Cagliari, dove si prediligono gli affitti brevi e dove ultimamente è ancora più difficile trovare affitti per famiglie, dato che gran parte del mercato viene diviso tra gli studenti e i turisti. Nonostante questo, i prezzi stanno iniziando a diventare inaccessibili anche per gli universitari, alcuni di questi ricevono dall’Ersu un “contributo” fitto casa esiguo. Questo contributo nasce appositamente per chi è fuori sede e rientra nella fascia Isee per cui dovrebbe essere garantito un sostegno economico.

Questi sono solo alcune problematiche che hanno portato gli studenti ad opporsi alla cerimonia. Ma il giorno prima che avvenisse, l’Ersu aveva fatto uscire delle precisazioni sull’attuale situazione degli alloggi per gli studenti, con il chiaro intento di calmare le acque ed evitare di vedersi contestata la dispendiosa cerimonia.

Fortunatamente tali spiegazioni sono state ignorate dagli studenti, ma comunque risulta sintomatica la celerità con la quale l’ente abbia voluto dare delle rassicurazioni non richieste, in contrapposizione a mesi e anni di silenzio, ai continui tagli ai servizi universitari o ai ritardi nei pagamenti delle borse di studio.

Come se non bastasse, pochi giorni dopo l’inaugurazione del primo lotto del campus, che per ora assicura circa 250 posti letto, l’Ersu e la Pellegrini sono state accusate di conflitto di interessi dal Fatto Quotidiano, che ha raccolto informazioni importanti riguardo l’affare siglato.

Innanzitutto bisogna ricordare che l’Ersu aveva esplicitamente già parlato di un proseguo dei lavori per il secondo lotto che avrebbe portato alla costruzione di una mensa da 400 posti, ulteriori 440 posti letto e una palestra di 500mq.

Riguardo la costruzione del secondo lotto, nel 2021 fu fatta una proposta di project financing dalla Pellegrini (il project financing prevede sia il privato a fare una proposta al pubblico, che in questo caso l’Ersu doveva valutare). Ai fini di realizzare tale valutazione è stato incaricato lo studio legale Piselli&Partners per una consulenza “giuridica ed economico-finanziaria relativamente alla valutazione della proposta di finanza di progetto”.

Prima di approfondire tale incarico sembra doveroso riportare le cifre sul project financing: in cambio di un investimento di 30 milioni da parte del privato per la costruzione, l’Ersu darà il campus in concessione per 29 anni alla Pellegrini, alla modica cifra di 3 milioni di euro all’anno a cui si aggiungono altri 2 milioni di euro di profitti che l’azienda può fare appaltando i servizi connessi.

Come se non bastasse la natura di una speculazione tanto palese, si aggiunga che lo studio legale vede come suo cliente proprio la ditta Pellegrini. Tale ditta è inoltre diretta niente di meno che dal presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale, un personaggio che è stato condannato nel 2015 per omicidio colposo di un operaio di una sua società subappaltata e si sta occupando di rilevare l’aeroporto di Cagliari in accordo con il fondo di investimento F2I.

Da questa sintesi di un intreccio sicuramente complicato, emergono chiaramente le intenzioni dell’Ersu e del suo Consiglio di Amministrazione, che pare abbiano tanto a cuore la dismissione delle vecchie case dello studente quanto la costruzione del nuovo campus. A tutto questo andrebbe aggiunta la chiusura della mensa di via Premuda (quella con più capienza tra tutte) e i disagi che ne sono derivati a cui pare si dia risposta rimandando al termine della costruzione del secondo lotto del campus.

C’è da sottolineare che l’accordo con la Pellegrini avvenne durante il 2021. E’ bene ricordare che in quel periodo l’Ersu risultava commissariato da Solinas, un ente fantasma diretto dall’ingegner Camoglio che, se interpellato per i numerosi disservizi dovuti dal loro disinteresse verso l’emergenza Covid, era pressoché introvabile.

L’ultima notizia di questa farsa è che i lavori del campus hanno subito uno stop pochi giorni dopo l’inaugurazione, in quanto il Ministero dei Beni Culturali ha proibito l’abbattimento del silos che doveva lasciare spazio per la prosecuzione delle costruzioni.

Quello che pare ovvio è la speculazione che gira attorno al tema degli alloggi universitari, che sicuramente portano numerosi profitti a privati e non, polarizzando il mercato assieme agli affitti brevi, a fini turistici. Tutto questo avviene sulla pelle di chi non può sostenere il caro affitti e in generale il caro prezzi che ha visto un impennata nell’ultimo anno. Se già l’università ha un accesso elitario, esso si restringe ulteriormente, andando a mettere in discussione qualunque tipo di sostegno alle fasce più deboli. Chi paga sono ovviamente gli studenti e le loro famiglie, che vivono e studiano in edifici pericolanti, come ha dimostrato il crollo dell’aula Verdabasso.

Dal Covid in poi l’università di Cagliari ha visto varie mobilitazioni controdi essa e contro l’Ersu, pur con grandi difficoltà date dagli strascichi delle misure pandemiche e scontrandosi con il rifiuto della Del Zompo, di Mola e della presidenza Ersu per un confronto. Questa eterna ricerca di un confronto, sperando desse garanzie su determinate questioni, è stato spesso frustrante e ha portato all’affievolirsi delle proteste. La sfida rimane quella di mantenere viva una mobilitazione studentesca, perché certo non mancano i motivi né la partecipazione, ma più difficile è costruire assieme, con tante esperienze diverse, una protesta che abbia le capacità di superare le promesse vuote dell’ente e dell’università e soprattutto di superare le rivendicazioni, per quanto giuste siano, che intrinsecamente rendono deboli a ricatti e al dare fiducia.

Nei prossimi tempi è probabile che gli studenti, come tutti, subiranno ulteriormente il caro prezzi e affitti, uniti al disinteresse dell’ente. Nonostante questo, non si può dimenticare il ruolo di gentrificazione operato dagli studenti che hanno un potere d’acquisto più alto di altre categorie e che con la loro presenza cambiano volto alla città. Questo avviene per la volontà delle amministrazioni comunali che cercano di svendere al miglior offerente vie e quartieri interi, un giorno per adattarli agli studenti, ma la loro presenza e le modifiche urbane che comporta, aprono spesso la strada ai turisti.

Le proteste contro il caro affitti è probabile continueranno, ma occorre tenere conto di questi e molti altri fattori, soprattutto contro un ente che si è dimostrato particolarmente abile a giocare le proprie carte e riappacificare le mobilitazioni.

.