Lo sciopero della fame contro il 41bis e l’ergastolo ostativo di Alfredo Cospito continua dopo 40 giorni, in sua solidarietà si sono aggiunti Anna, Ivan e Juan che ha finito lo sciopero della fame il 25 novembre, dopo un mese. Domani 1 dicembre si discuterà al Tribunale di Sorveglianza di Roma il ricorso presentato dagli avvocati di Cospito contro la misura del 41bis, anche se l’udienza si svolge domani probabilmente l’esito non verrà comunicato prima di lunedì o martedì. Il 5 dicembre invece si discuterà a Torino riguardo la misura dell’ergastolo ostativo richiesto per Alfredo e Anna, connesso al reato di strage politica.

Durante questi mesi sono stati tanti i modi attraverso cui si è parlato della situazione di Alfredo: dai presidi, cortei e disturbi nelle piazze, ai sabotaggi notturni, fino all’impegno degli avvocati nel far emergere la situazione attraverso articoli e molto altro. Una delle poche notizie da Bancali parlano dell’incontro avvenuto tra Alfredo e Palma, il garante dei detenuti.

La locandina in allegato mostra gli appuntamenti previsti a Sassari per questa settimana, mentre a Cagliari si diffondono volantinaggi e interventi per informare e aggiornare sulla situazione.

L’invito è quello a sostenere ognuno come ritiene più efficace, la lotta che Alfredo sta portando avanti, e di ritrovarci nel maggior numero possibile fuori dal carcere di Bancali domenica a partire dalle 16. Alfredo ci può sentire, è quindi ancora più importante in questa fase non farlo sentire solo.

Questo il resoconto dell’ultimo presidio a Bancali, domenica scorsa 27 novembre.

Oggi, per la seconda volta ci siamo ritrovati davanti al carcere di Bancali per far sentire la nostra voce in solidarietà ad Alfredo Cospito, compagno anarchico rinchiuso in regime di 41 bis e in sciopero della fame da più di un mese.
Sono stati fatti inizialmente degli interventi contro il carcere cercando di farci sentire dai prigionieri, mettendo musica e sentendo da lontano, le loro urla. Dopodiché ci siamo spostati davanti al punto in cui Alfredo è in isolamento, sepolto vivo.
Dopo avergli mandato messaggi di solidarietà e comunicato tutte le azioni che in Sardegna, in Italia e in altri Paesi, si stanno concretizzando per lottare contro la tortura di Stato che Alfredo sta subendo, è necessario ribadire che, nonostante la tristezza e le lacrime davanti a quelle mura, bisogna fare leva sulla lotta e sulla rabbia, perché noi, martiri anarchici non ne vogliamo, vogliamo compagn* liberi e in lotta per la liberazione.

Alfredo, ti aspettiamo fuori
Ma non aspettiamo soltanto.

CARCERI E GALERE
NON NE VOGLIAMO PIÙ
COLPO, SU COLPO, LE TIREREMO GIÙ!