Ad Iglesias continua il “presidio permanente” perchè sia garantito il servizio dell’ospedale, il CTO di Iglesias. Le sorti della struttura sono infatti incerte. La sanità allo sfascio non preoccupa più di tanto le istituzioni che pensano bene di tagliare ancora i presidi ospedalieri secondo loro improduttivi. I disagi per la popolazione e gli utenti sono ovvi. Poter sostenere le visite chissà dove, non avere una struttura sanitaria nelle proprie vicinanze comporta rischi e disagi sia per gli Iglesienti sia per i comuni vicini costretti ad affidarsi a strutture non sempre facilmente raggiungibili per una visita medica o per un’emergenza.

La motivazione della gestione sanitaria regionale sarebbe quella dell’efficenza. La scarsa gravità dei casi registrati nei pronto soccorso possono essere smistati in aree più grandi da poli sanitari che escluderebbero presidi ospedalieri locali, vittime anche dello spopolamento delle aree rurali.

Ovviamente parliamo di sanità pubblica, le strutture private hanno tutt’altro destino, sicuramente più roseo, così come il CTO di Iglesias è solo un esempio, purtroppo.

Mentre la sanità pubblica viene cannibalizzata e ridotta all ‘osso c’è chi invece ha libero accesso a strutture all’avanguardia H 24.

Caminera Noa segnala la presenza di un accordo con il policlinico di Monserrato già dal 2020 con delibera regionale approvata da maggioranza ed opposizione che garantisce un servizio di guardia medica con specialisti e attrezzature adeguate a disposizione dei politicanti che occupano le poltrone delle istituzioni regionali.

“Dal nord al sud della Sardegna non c’è Pronto Soccorso in tutta l’isola che non stia collassando per mancanza di personale e mezzi, non esistono più nemmeno le guardie mediche estive, e anche in emergenza con codice rosso, prima di essere visitati, refertati e trasferiti nei reparti idonei passano dalle 12 alle 18 ore; per non parlare dei “codici minori” si parla anche di 24-36 ore se i pazienti non fuggono prima. “

Così ricorda giustamente il sito ed evidenzia come nel silenzio generale sia passata una delibera che mette d’accordo maggioranza ed opposizione. La notizia giunta a mezzo stampa ha subito dei tentativi mal riusciti di cammuffamento ma il rischio indignazione generale è stato tale da portare il presidente del consiglio regionale Michele Pais ad annunciarne tramite la stampa, la sospensione il 27 Luglio. L’accordo con il policlinico resta comunque legalmente in essere per cui non mancheranno le spese a carico dei cittadini.

La sanità si rivela ancora una volta una questione di classe. Le malattie sicuramente non guardano all’estrazione sociale ma le istituzioni sopperiscono a questa mancanza di attenzione agevolando i privilegi ad appannggio di pochi e rendendo difficile la possibilità di curarsi per chi non può permettersi visite specialistiche attraverso il SSN. Il doversi spostare per delle visite magari a decine di km di distanza, aspettare dei mesi per una diagnosi professionale sono problemi reali che incidono su una popolazione sempre più anziana e sempre più povera, l’esempio citato da Caminera Noa rappresenta ancora una volta che il privilegio ed il profitto dei pochi sono valori ben più importanti della salute per i nostri politicanti.

J.