Mercoledì scorso si è svolto il primo dei presidi indetti dall’Assemblea contro la presenza militare in Sardegna fuori dai cancelli dell’aeroporto di Decimomannu.

La proposta dell’Assemblea è di iniziare a trovare delle pratiche – anche molto semplici – per disturbare l’attività militare nelle sue varie forme, in alternanza e stimolo ai momenti di rottura più intensi e partecipati.

L’aeroporto di Decimomannu – in piena espansione – ricopre un ruolo fondamentale nel comparto bellico sardo, e per questo è stato scelto come luogo simbolo per queste iniziative.

Alle 16 circa una cinquantina di persone si sono ritrovate fuori dall’aeroporto, ad attenderli c’erano uno stuolo di Digos, due reparti di celere e a fare da guarnizione l’antiterrorismo.

L’aggressività degli agenti in borghese, a cui non è stata data risposta, ha impedito di appendere gli striscioni sulle recinzioni, ma tolto questo momento di leggera frizione, gli sbirri si sono limitati a fare i loro soliti infiniti filmati e basta.

Seppure la posizione non sia delle più semplici per comunicare, in quanto lungo una provinciale, gli striscioni e la presenza delle persone non è passata inosservata.

L’attività dell’aeroporto mercoledì scorso è stata quasi inesistente.

Mercoledì 23 e 30 marzo si ripeteranno i presidi, nella speranza di una maggior partecipazione e di trovare dei modi per recare dei disturbi – anche minimi – all’attività addestrativa.

Rinnoviamo quindi l’invito a partecipare, l’appuntamento è alle 15 in piazza Trento per chi è senza macchina o chi può offrire passaggi, e alle 16 davanti ai cancelli.