Sabato pomeriggio un gruppo di partecipanti alla campagna “Nishunu est solu” si è ritrovato nelle vie del centro per distribuire dei volantini e attaccare dei manifesti riguardo la situazione dei carcerati di Uta e per esprimere solidarietà a Paolo, un detenuto che lunedì mattina è stato processato per “oltraggio a pubblico ufficiale”, per aver risposto a tono a dei secondini. Lo stesso prigioniero, Paolo, è stato colpito da una censura di tre mesi per aver mantenuto della corrispondenza via lettera con chi lotta contro il carcere. Per questo motivo abbiamo deciso di riportare la notizia nel centro, nell’ultimo sabato prima della zona rossa, per far sapere a più gente possibile quanto accaduto tramite volantini, manifesti e scritte sui muri.
La maggior parte delle volte le guardie e l’amministrazione fanno i loro sporchi comodi senza che nessuno se ne preoccupi, e spesso ciò che accade dentro non riesce ad oltrepassare quelle mura.
Crediamo sia importante mobilitarsi per far sapere a tutti cosa accade all’interno del carcere di Uta, sia perché in questo modo i prigionieri possono sentirsi meno soli, sia perché le guardie devono sapere che i loro atteggiamenti non passano inosservati. Parlare di ciò che accade ai propri parenti o amici detenuti è il primo modo per affrontare quei fatti e per fare in modo che il mondo del carcere non sia un qualcosa di lontano e dimenticabile. Non possiamo scordarci chi qualche tempo fa era in mezzo a noi e che ora è stato strappato dalla nostra quotidianità per colpa delle leggi e delle imposizioni. Non sarà una censura ad un detenuto a fermare la nostra voglia di scoprire e affrontare ciò che avviene dentro al carcere, né a farci passare la voglia di lottare.

KONTRA IS PRESONIS
NISHUNU EST SOLU