Perché bonificare il Limbara dalla guerra?

Molto spesso siamo abituati a percepire la presenza dell’occupazione militare soltanto alla vista di reti e filo spinato che indicano confini che non dovremmo valicare, all’udire il suono dei caccia sulle nostre teste o alla vista dei carri armati mimetici. Eppure, la realtà dello scempio supera di gran lunga quella fissata nel nostro immaginario. Basta farsi un giro per l’isola per rendersi conto che non è il solo presente dell’occupazione militare, ma è anche il suo passato ad aver lasciato il segno. Il Monte Limbara, nei pressi di Tempio, è la perfetta sintesi simbolica della devastazione che l’occupazione lascia dietro di sé: sottrae i territori alle loro comunità, li devasta, e quando infine perdono la loro utilità, li abbandona e prosegue altrove nella propria insaziabile rapacità.

La base USAF sotto la vetta del monte è stata inaugurata nel 1966 e ha ricoperto un ruolo strategico nel campo delle comunicazioni militari statunitensi di lungo raggio grazie agli imponenti radar che la caratterizzano, pensati per comunicare a migliaia di chilometri per tutta la Guerra Fredda e fino alla Prima Guerra del Golfo, esaurendo la propria funzione nel 1993 per l’avvento della tecnologia satellitare. Dal momento della dismissione, la base è stata abbandonata esattamente com’era nell’ultimo giorno in cui è stata operativa. Gli arredi, gli avvisi in inglese, i comandi, le prese di corrente: camminando per la base ci si ritrova catapultati in un piccolo angolo d’America in terra sarda, triste metafora della natura coloniale dell’occupazione.

Dal 2008 l’ex base è passata sotto il controllo della Regione, ma i politici, locali e non, si sono limitati al solito gioco di rimbalzi delle responsabilità: nessuno di loro ha mosso un dito per smantellare la struttura e bonificare il luogo, pian piano privato di alcune sue componenti da chi ne ha recuperato materiali e arredi di qualche valore. Vedere lo stato attuale della montagna deve farci da monito della scia di distruzione che le presenti basi lasceranno dietro di sé.

Per queste e altre ragioni, assumersi la responsabilità diretta dei territori in cui viviamo e prendersene cura è compito nostro. Il 19 Settembre inizieremo a bonificare il Limbara dalla guerra. Proviamo noi stessi a liberare i territori dai resti dell’occupazione militare, con lo stesso spirito che ci ha guidato fino ad ora nella lotta contro le basi: un’altra tappa per valorizzare e concretizzare il motto “tanti modi, un’unica lotta”.

Siamo consapevoli che non saremo noi a rimuovere quelle antenne, destinate a sovrastare le cime galluresi per chissà quanto tempo, per cui vorremmo dipingerci sopra messaggi e immagini che esprimano la nostra contrarietà alla presenza militare.

Usciamo dalla paralisi che la pandemia ha subdolamente insinuato nella nostra capacità di opporci a ciò che ci viene imposto. Con lo stato di emergenza ci hanno fatto abituare all’immobilismo, ma la crisi sanitaria non può più essere la giustificazione per accettare la realtà così com’è. È giunto il momento di riproporci l’autodeterminazione come metodo collettivo d’azione.

CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE DELLA SARDEGNA
MELLUS ARESTIS KI TZERAKUS

Sardinnia Aresti

EVENTO FB: https://www.facebook.com/events/1152734671884316?ref=newsfeed