Anche quest’anno, come ogni anno con l’arrivo della stagione calda, è riiniziata la stagione degli incendi. Da sempre quando succedono queste cose in Sardegna monta la rabbia giustizialista verso i piromani. Per quanto gli incendi dolosi esistano e siano un atto spregevole, la retorica individualizzante è un’ottima scusa per non indagare le carenze sistemiche delle politiche antincendio in Sardegna. La questione degli incendi viene gestita in maniera meramente emergenziale da parte della regione e dello stato, che cercano di tamponare i danni fatti dal fuoco quando ormai è rimasto ben poco da salvare. Nonostante i grandi proclami di inizio estate del governo regionale, che dichiarava di aver allestito un sistema antincendio pronto ad intervenire tempestivamente, i risultati sono ben visibili e ora non rimangono che le lacrime di coccodrillo. Per dare un’idea di quanto sia inadeguato il sistema antincendio sardo basti pensare che nell’isola sono presenti solo tre canadair (di proprietà di privati e affittati all’occasione) mentre nella vicina Corsica ne sono presenti ben dodici. All’inadeguatezza strutturale della gestione dei piani antincendio si aggiunge la sordità degli enti preposti rispetto alle segnalazioni e allerte che arrivano da chi i territori li vive ogni giorno.Infatti, già ad inizio giugno, il Comitato spontaneo Montiferru aveva inviato una lettera alle istituzioni per denunciare la condizione di totale abbandono dei boschi della zona e la mancanza di linee tagliafuoco in vista del pericolo di incendio estivo e per richiedere un intervento tempestivo di manutenzione e pulizia dei boschi. Inutile dire che questo appello è rimasto inascoltato. Insomma, una tragedia annunciata: 20.000 ettari di macchia mediterranea andati in fumo, migliaia di animali morti nel totale disinteresse della regione e dello stato italiano, con il capo della protezione civile, arrivato oggi in Sardegna, che dichiara la gestione della situazione “un successo” dato che “nessuno si è fatto male”. Certo, non tutti gli incendi sono facilmente prevedibili e non tutti possono essere impediti, ma sappiamo bene chi sono i colpevoli dell’inadeguatezza e della fragilità dei nostri piani antincendio.La nostra terra brucia di rabbia.

Sardinnia Aresti