La guerra sta avvenendo a fianco a noi, questo non si può negare. Nonostante non ci siano ancora le bombe che distruggono le case, nella nostra terra e non solo c’è un crescendo di esercitazioni militari, un’industria bellica in continua espansione e uno sfruttamento del territorio sempre più intensivo per gli interessi del Capitale (Tyrrhenian Link, Einstein Telescope, etc.). Questo porta a una maggiore repressione per chiunque cerchi di opporsi a questa violenza, basti pensare ai continui decreti che si stanno inventando per reprimere sempre più drasticamente: dal Decreto Sicurezza di Salvini del 2018, alla riforma Cartabia, cioè il cosiddetto decreto anti-rave, fino ad arrivare al recente decreto contro gli “eco-vandali”, con il quale sarà possibile condannare ad anni di carcere e decine di migliaia di euro di multa per un imbrattamento di muro.

  Nel 2010 lo Stato italiano ha approvato il “Piano Carceri”, che consisteva nella realizzazione di 11.573 nuovi posti letto attraverso la costruzione di nuove strutture carcerarie e nell’ammodernamento e ampliamento di quelle esistenti. La Sardegna si rivelò perfettamente funzionale a questo progetto: vennero costruite quattro nuove carceri di massima sicurezza, una nei pressi di Cagliari, a Uta; una in provicia di Oristano, a Massama; una in provincia di Olbia, a Tempio; una vicina a Sassari, a Bancali. Il carcere di Nuoro invece è rimasto lo stesso, di massima sicurezza dal 1970.

Dal 5 maggio 2022 Alfredo Cospito è stato trasferito in regime di 41bis nel carcere di Bancali e ha deciso di lottare contro il regime stesso e l’ergastolo ostativo che gli veniva e gli viene tuttora prospettato, scegliendo di portare avanti uno sciopero della fame che ha iniziato il 20 ottobre 2022; la solidarietà portata da fuori le mura è stata tanta, forte e di varie forme, di giorno e di notte, in tutto il mondo. Anche dentro le mura delle carceri è stata abbracciata la lotta intrapresa da Alfredo, vari detenuti e detenute in Italia e all’estero hanno iniziato degli scioperi della fame, durati anche per mesi. Al momento nelle carceri sarde ci sono due detenuti che stanno portando avanti la lotta contro il regime di 41 bis: Alessio Attanasio, che ha iniziato uno sciopero del vitto il 5 marzo nella sezione di Alta Sicurezza del carcere di Massama, in solidarietà ad Alfredo e contro tutti gli abusi, soprusi e pestaggi che si è vissuto in quel carcere e da qualche settimana trasferito in regime di 41 bis nel carcere di Badu ‘e Carros; Domenico Porcelli, recluso in 41bis nel carcere di Bancali, dal 28 Febbraio ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il suo stato di detenzione.

    Il carcere è l’espressione massima della repressione, ma non è l’unica.

È di pochi giorni fa la notizia di una chiusura indagini, effettuate dalla questura di Sassari e che ha come PM Enrica Angioni di Sassari e per le quali sono state denunciate 70 persone per aver lottato negli ultimi sei mesi a fianco di Alfredo e a fianco di chi lotta, contro questo Stato assassino che sotterra le persone nelle carceri.

In Sardegna ci sono state diverse iniziative in solidarietà ad Alfredo e contro il 41bis: cortei, volantinaggi e presidi fuori dal carcere di Bancali (dove Alfredo è stato recluso fino al 30 gennaio).

   La solidarietà è una delle armi più forti che abbiamo e dobbiamo utilizzarla, come è stato fatto per Alfredo. Saremo sempre al fianco di chi lotta e di chi subisce la repressione e gli abusi dello Stato.

Solidali con i 70 denunciati e denunciate

Solidali con Alfredo, Domenico e Alessio

Solidali con tutti e tutte le detenute

Cassa Antirepressione Sarda