Riceviamo e pubblichiamo il testo di lancio di una Proposta per una rete di Mezzi di Produzione Autogestiti. La proposta nasce dentro l’esperienza del mercato autogestito, nato quasi quattro anni fa all’indomani della fine della lotta dei pastori del febbraio 2019. Da quella lotta emersero moltissimi stimoli e evidenze connesse al mondo agropastorale sardo, fra cui l’esasperata dipendenza dagli industriali, l’impossibilità di poter trasformare i prodotti e la mancanza di reti di base per poter vendere i prodotti senza dover passare per forza dalla GDO. Il mercato provò a intercettare alcune di queste esgenze e farne delle possibilità di complicità e lotta. La proposta IMPARI è un nuovo modo per portare avanti quella stessa proposta e per continuare a tessere resistenze a partire dal nostro territorio. Troverete su Maistrali le novità e gli appuntamenti, ma per essere più informati iscrivetevi al canale telegram autogestioneImpari

IMPARI

Insieme di Mezzi di Produzione Autogestiti per una Resistenza Isolana

IMPARI, insieme in sardo, per creare reti e momenti di complicità e solidarietà
IMPARI, come tensione all’apprendimento e allo scambio dei saperi
ÌMPARI, come la sfida che abbiamo di fronte a noi contro il capitalismo

Proposta per una rete di Mezzi di Produzione Autogestiti

Varie esperienze ci hanno portato alla conclusione, storicamente assai banale, che in assenza di mezzi di produzione si è costretti a subire una fastidiosa dipendenza verso chi li possiede. Questa dipendenza, nel mondo agro-pastorale sardo e non, assume le forme della subalternità e dell’instabilità.

Non possedere o poter usufruire gratuitamente di strumenti come frantoi, caseifici, trattori, abbacchiatori e strumentazione in generale, ma anche non aver terra (e dover ricorrere alla mezzadria o all’affitto) impone una mole supplementare di lavoro e spesso dei guadagni non comparati allo sforzo compiuto. Non solo, anche il non saperli usare impone di rivolgersi ad altri. Contro lo sfruttamento che deriva da questa condizione negli anni ci sono state diverse esperienze di lotta a cui ci è capitato di partecipare. Da queste abbiamo capito che lottare con la possibilità di liberarsi dai rapporti di produzione imposti rende più forti nella lotta stessa e nella contrattazione, così come più liberi di rifiutare il ricatto dei padroni.

In Sardegna, come in tanti altri territori, la globalizzazione, l’esasperato avanzamento tecnologico e l’emersione di nuovi settori lavorativi (turismo su tutti), ci hanno portato a perdere molti usi, costumi, consuetudini e tradizioni legati ai lavori della terra, ci hanno portato a allontanarci dal territorio (migliaia di persone proprio ad abbandonarlo, costrette a emigrare).

Coscienti che il mondo di sessant’anni fa non c’è più, e va bene così, crediamo fin dall’inizio del progetto del Mercato Autogestito* che si possano ancora creare delle reti complici e solidali fra chi vive e rispetta il territorio, immaginando un mondo diverso, anche se costretti a destreggiarsi fra le varie contraddizioni nelle quali facilmente inciampiamo. Non dimenticando che le forme autogestionarie non possono non passare da momenti di conflitto in cui difendere i risultati raggiunti e lottare per poterne conquistare di nuovi.

La nuova proposta del Mercato Autogestito è quindi quella di dotarci insieme dei mezzi di produzione di cui più abbiamo bisogno, compatibilmente con le energie disponibili, per poter produrre in modo autonomo o comunque sempre più distaccato dalla GDO e dagli industriali, ma non solo. Possedere strumenti e attrezzature ci permette di imparare a usarle, aprendo a livello collettivo e individuale nuovi orizzonti.

Nel pratico ciò che proponiamo è che attraverso dei confronti fra varie esperienze si scelgano le strumentazioni, i mezzi, gli attrezzi di cui più ci sarebbe bisogno a livello collettivo, ci si organizzi insieme (con sottoscrizioni, vendite, raccolte fondi ecc) per recuperare le risorse necessarie per acquistarle e una volta fatto questo le si metta ad uso collettivo.

Come?

A titolo di esempio portiamo l’eventuale acquisto di un alambicco-distillatore. L’alambicco verrebbe usato, sotto propria responsabilità, da chi lo richiede per il tempo necessario alle distillazioni desiderate. Il Mercato Autogestito chiederebbe in cambio o una piccolissima parte del prodotto (da rivendere nei mercati per futuri nuovi acquisti di altre attrezzature) o la disponibilità di chi lo ha usato di insegnare a qualcun’altro a usarlo.

Condividendo il progetto ognuno nel territorio in cui vive, si auspica che queste attrezzature vengano usate il più possibile e che quindi il ritorno in piccole porzioni di prodotti lavorati permetta di innescare un virtuoso meccanismo di autofinanziamento.

Per quanto ci riguarda non è da escludersi, nel caso venga ritenuta necessaria per la manutenzione o la sostituzione delle parti soggette a usura, la richiesta di un contributo economico minimo per l’utilizzo, che comunque è da intendersi come affiliazione al progetto complessivo, senza alcun lucro da parte di nessuno su questo aspetto.

Non avendo finanze o finanziatori importanti partiremo dal condividere gli attrezzi in nostro possesso e quelli già ad uso condiviso presenti nell’Officina Autogestita Kasteddu, nata nel 2019 da ragionamenti molto simili a questi.

Contiamo nei prossimi mesi di poter fare il primo acquisto importante.

La condivisione di attrezzature proprie è aperta a chiunque abbia voglia di supportare questo progetto. Siamo aperti a scambi di opinioni, critiche, consigli e pareri sul progetto e su quali potrebbero essere i primi acquisti da fare.

Ci potete scrivere al 3516230390

Seguite il canale Telegram autogestioneIMPARI per novità e informazioni del progetto.

Kuntra sa prepotentzia de s’istadu, feus kumente s’ortigu

IMPARI
Kasteddu, ierru 2023

*In questi anni, dal 2019 in poi, abbiamo fatto diverse decine di mercati autogestiti, organizzato varie iniziative connesse a temi a noi cari, creato una chat vitale e produttiva e stimolato percorsi e complicità vicino e lontano da noi. Alla fine dell’estate 2022 abbiamo scelto di iniziare a slegare il progetto del Mercato Autogestito dalle mura dell’Officina Autogestita di viale Monastir a Cagliari. Da questo 2023 vorremmo allargare il progetto del Mercato attraverso la creazione di un insieme di mezzi di produzione da usare in modo condiviso e autogestito.