Dall’1 al 3 marzo a Corti erano previsti come di consueto gli “Scontri internaziunali”, una tre giorni di dibattiti organizzata dalla Ghjuventù indipendentista a cui partecipano delegazioni delle varie “nazioni senza stato” europee o mondiali.

Il 2 mattina è arrivata la notizia che Yvan Colonna (vedi nota) detenuto nella prigione di Arles (in Francia) era morto, ucciso da un prigioniero Jihadista, successivamente si è venuto a sapere che Yvan era ed è tuttora in stato di coma irreversibile, vivo solo perché attaccato alle macchine.

In seguito a ciò le giornate sono state annullate e lentamente ha preso forma una mobilitazione in risposta all’accaduto.

Il 2 sera si è svolta una prima veglia sotto la prefettura di Corti, diverse centinaia di persone – nonostante il pochissimo preavviso – sono rimaste per ore in modo pacifico in strada. Il silenzio di rabbia e sgomento era rotto solo dai canti popolari di lotta, verso la fine della serata alcuni confronti hanno prodotto un nuovo appuntamento per il giorno successivo: assemblea nazionale del popolo corso nel tendone che avrebbe dovuto ospitare gli scontri internaziunali.

Il 3 alle 14 all’esterno del tendone dell’università c’erano già almeno 400 persone, fra cui esponenti di spicco della politica indipendentista istituzionale, Simeoni compreso (il presidente della regione Corsa).

Poco dopo è iniziata l’assemblea, centinaia di persone hanno ascoltato gli interventi dei ragazzi dei sindacati studenteschi, dei leader di tutti i partiti indipendentisti, di Simeoni, che nel suo intervento ammette “che lo si condivida o no, il gesto di Yvan è un gesto politico e per questo merita solidarietà”, fino a quando un intervento ha spezzato gli equilibri “è successo un fatto gravissimo, lo stato francese deve ricevere una risposta adeguata” da lì nel giro di pochi minuti si è presa la decisione che domenica 6 si sarebbe svolto un corteo nazionale a Corti, e che dal giorno dopo sarebbe stata lanciata “l’isola morta”, una forma di sciopero che interessa in particolar modo i porti di Bastia, Ajaccio e Propriano, dove non vengono fatte attraccare e partire navi internazionali, in particolare quelle legate alla Francia.

Successivamente quasi tutte le persone presenti nel tendone si sono mosse in corteo di nuovo verso la prefettura.

In questi frangenti la gendarmerie è sempre stata completamente assente per evitare provocazioni, che avrebbero incendiato un clima molto teso.

Nonostante ci fossero meno persone della sera precedente, questo secondo presidio è risultato ben più caldo, nel vero senso del termine. Infatti dopo due ore di tergiversamenti un gruppo di persone ha accatastato pallet e cassonetti davanti al cancello della prefettura e gli ha dato fuoco, anche in questo caso la gendarmerie presente all’interno della prefettura non si è fatta vedere, dopo più di un’ora di fuoco sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno spento il fuoco ponendo fine al presidio.

Nel frattempo manifestazioni simili si erano diffuse in tutti i principali centri della Corsica.

Il 4 arriva la notizia che alcuni dei partiti indipendentisti più importanti avevano rilanciato la pratica dell’isola morta, e che ad Ajaccio i portuali appoggiati da una parte di movimento stavano impedendo a una nave con a bordo della gendarmerie di attraccare.

Il 5 prosegue l’isola morta, anche se a fine serata la nave fuori dal porto di Ajaccio riesce ad attraccare, continuano anche i presidi davanti ai palazzi simbolo dello stato francese. In tutte le manifestazioni lo slogan più urlato e scritto negli striscioni è “Statu Francese, assassinu”.

Il 6 alle 14 e 30 era previsto il concentramento fuori dalla stazione di Corti del corteo in risposta alla morte (in realtà continua a essere attaccato alle macchine) di Yvan, lo striscione d’apertura recita: Statu francese, assassinu. Migliaia di persone attraversano Corti, la gendarmerie seguendo il copione fino a quel momento tenuto non si fa vedere. A differenza dei giorni precedenti però lavora di prevenzione, e attraverso delle imponenti barriere metalliche attaccate a dei camion sbarra la strada che conduce alla prefettura incendiata due sere prima.

Il corteo di fronte allo sbarramento della polizia reagisce con ore di attacchi con pietre, fuoco, petardi, incendi e via dicendo, la polizia di suo si tiene alla distanza giusta per lanciare lacrimogeni e granate stordenti. A fine giornata le strade testimoniano una guerriglia d’altri tempi, le colonne di fumo delle auto bruciate quasi coprono i profili delle montagne, ci sono decine di feriti e migliaia di volti sorridenti. Il corteo prima del buio si ritira e lentamente si disperde.

Il 7 marzo scoppiano altri disordini a Bastia contro la gendarmerie.

L’8 marzo vengono pubblicati una serie di comunicati di rivendicazione della giornata di domenica e di rilancio della lotta nonostante i feriti e un arresto.

La mattina ad Ajaccio un corteo di giovani si scontra con la gendarmerie davanti alla prefettura

Le proteste continuano, per oggi sono previsti altri presidi, domani a Corti è stata chiamata un’assemblea nazionale che lancerà un altro grande corteo per domenica a Bastia.

Chi è Yvan Colonna?

Yvan Colonna è un prigioniero politico corso. Nato ad Ajaccio nel 1960, la capitale della Corsica meridionale, successivamente si sposta nel sud della Francia per seguire la famiglia. Il padre viene eletto deputato al Parlamento di Parigi nelle file del partito socialista. Rientrato sull’isola, insieme alla sua famiglia si stabilisce a Cargese ed inizia gli studi per diventare un insegnante di Educazione Fisica. Da quel momento entra in contatto con gli ambienti indipendentisti e nazionalisti corsi. In una fase in cui lo Stato francese si ritrovò in difficoltà a seguito della forte spinta nazionalista, i militanti politici alimentavano in tutta la Corsica un sentimento comune di sottrazione dallo Stato di Francia, a favore di un processo di indipendenza violento e di rottura con l’apparato statale francese.

Il 6 febbraio del 1998 lo Stato francese trema: un commando uccide in pieno centro ad Ajaccio, il Prefetto della Corsica – Claude Jean-Pierre Erignac – mettendo alle strette la Repubblica Francese davanti agli occhi dell’opinione pubblica. Conseguentemente parte la repressione negli ambienti indipendentisti e nazionalisti con numerosi arresti tra le file dei militanti. Nella primavera del 1999, un gruppo di militanti viene arrestato. Dopo gli interrogatori esce fuori anche il nome di Colonna. Il militante si dà alla latitanza sulle montagne corse. Ma Il 4 luglio 2003 Colonna viene arrestato vicino a Olmeto e messo in stato di fermo. La sera stessa dell’arresto, il ministro dell’interno Nicolas Sarkozy si presenta in tv da trionfatore e annuncia che «la polizia francese ha appena arrestato Yvan Colonna, l’assassino del prefetto Érignac».

Qui di seguito due podcast di approfondimento registrati da un compagno e una compagna di Cagliari:

Approfondimento Corsica Radio Onda Rossa

Approfondimento Corsica Radio Blackout