Abbiamo scelto di organizzare il corteo a Capo Frasca innanzitutto per la sua posizione centrale rispetto al territorio sardo, in modo da permettere a chi vuole partecipare alla manifestazione di arrivare abbastanza facilmente da tutte le zone della Sardegna. Proprio per permettere la massima partecipazione abbiamo deciso di organizzare il corteo di domenica, nonostante questo comporti il fatto che non si svolgeranno esercitazioni durante la giornata.
Il poligono di Capo Frasca è centrale nell’assetto organizzativo delle basi militari in Sardegna, il suo utilizzo è soprattutto legato all’aeronautica, in particolare l’asse Capo Frasca – Aeroporto militare di Decimomannu è il principale in cui si svolgono le esercitazioni aeree in Sardegna. La parte a mare del poligono viene inoltre spesso utilizzata per le esercitazioni marittime, con la conseguente chiusura di vasti tratti di acque costiere che per interi mesi vengono interdetti alla pesca, alla navigazione e a qualsiasi altro utilizzo.
A settembre del 2014 il poligono è salito agli onori delle cronache per via di due incendi che hanno bruciato un totale di 30 ettari, all’interno del poligono. Il Comitato Paritetico per le servitù militari non diede parere positivo per la ripresa delle esercitazioni militari a partire dal 1 settembre 2014. Parere che venne però ignorato dal Ministero della Difesa, il quale concesse senza batter ciglio la ripresa delle attività all’interno del poligono militare sardo. L’episodio creò un ondata di indignazione nell’isola che portò all’organizzazione della grande manifestazione del 13 Settembre in cui per la prima volta vennero tagliate le reti del poligono.
Negli stessi anni tra il poligono e l’aeroporto militare di Decimomannu all’interno delle esercitazioni “Spring Vega” si esercitarono, tra gli altri, i velivoli F-15 e F-16 dell’aviazione israeliana che furono poi utilizzati per l’operazione “Protective Edge” nei territori occupati e nella striscia di Gaza, nella quale morirono migliaia di civili palestinesi.
Nel 2018 un ulteriore scandalo coinvolge il poligono di Capo Frasca: diversi militari rilasciano dichiarazioni davanti alla commissione parlamentare sull’uranio impoverito in cui affermano che, dagli anni 90 ad oggi, tra i settanta dipendenti del poligono, si contano una ventina tra malati e morti di tumore. Questa altissima incidenza di neoplasie nella base si collega, oltre all’utilizzo del personale per raccogliere le bombe senza nessun dispositivo di protezione, al fatto che per trent’anni sono stati lasciati nel poligono i residui delle esercitazioni di forze armate provenienti da tutto il mondo. Come dichiara un militare in servizio a Capo Frasca negli anni ’80: “ricordo soprattutto una radura, dove si accumulavano i proiettili. Quando pioveva si creavano dei pantani e l’acqua poi filtrava nel terreno. La stessa acqua che poi – attraverso un sistema di pozzi artesiani – veniva utilizzata per ogni uso nel poligono o nei vicini poderi. In diversi casi l’ASL ha rilevato anomalie e impedito che venisse utilizzata per scopi alimentari.”
Attualmente il poligono di Capo Frasca è uno dei due centri, insieme all’aeroporto militare di Decimomannu, in cui si costituirà la International Flight Training School, progetto portato avanti dal Ministero della Difesa Italiano insieme a Leonardo (Ex Leonardo-Finmeccanica), la più grande azienda partecipata pubblica del settore della difesa in Italia. Il progetto dell’International Flight Training School prevede la creazione di una scuola di addestramento al volo avanzato all’interno dei due poligoni sopracitati, per i piloti delle aviazioni NATO oltre che alcuni partner esterni all’alleanza atlantica, in particolare Qatar e Giappone. In sostanza sembrerebbe un modo per l’esercito italiano di intascarsi enormi somme di denaro per addestrare i piloti degli eserciti di mezzo mondo a bombardare nei più svariati scenari di guerra. Questo progetto si inserisce nel più ampio quadro di ristrutturazione delle aree militari in Sardegna, che, oltre alla creazione della suddetta scuola tra Capo Frasca e Decimo, passa per il Distretto Aerospaziale Sardo con al centro il poligono di Quirra e il suo utilizzo per sperimentazioni di tecnologie duali, vale a dire civili-militari, che in soldoni significa una pioggia di investimenti nella ricerca militare, con la scusa dell’utilizzo civile come specchietto per le allodole per ripulirsi la faccia da parte del Ministero della Difesa. In particolare, per quanto riguarda Quirra, la sperimentazione sarà incentrata sullo sviluppo di tecnologie relative ai droni e ai motori per razzi vettori, con una ridicola propaganda istituzionale che promette che “dalla Sardegna partiranno i viaggi per Marte”.
Un ultimo dato da segnalare riguardante Capo Frasca è relativo a un’inchiesta uscita poche settimane fa sull’Unione Sarda, che riguarda un appalto protetto dal segreto di stato e gestito da Vitrociset, la società che si occupa dei sistemi di sicurezza dei poligoni sardi, riguardante lo smaltimento di rifiuti tossici militari presenti nel poligono. Da settimane ormai decine di camion entrano vuoti ed escono pieni dai cancelli di Capo Frasca, e sembrerebbe che il loro contenuto venga scaricato nell’aeroporto di Decimomannu. Quello che è certo è che il loro smaltimento è un giro di affari da parecchi milioni di euro.
Per quanto riguarda le esercitazioni in atto all’interno del poligono bisogna innanzitutto segnalare che negli ultimi anni risulta estremamente difficile capire che tipo di esercitazioni vengano svolte, questo per via del fatto che i calendari delle esercitazioni (teoricamente pubblici) sono scritti in maniera sempre più criptica e con pochissimi dettagli. Evidentemente qualcuno al Ministero della Difesa si è accorto che le informazioni contenute nei calendari sono state utilizzate negli anni precedenti per capire quando e dove provare a bloccare le esercitazioni all’interno dei poligoni, e ha deciso di provare a metterci una pezza. Sicuramente le esercitazioni più importanti in questi anni sono le esercitazioni Mare Aperto (Mare Aperto 2019, Mare Aperto 2020, Mare Aperto 2021), che coinvolgono decine di eserciti NATO e riguardano la gestione dei confini europei nel Mediterraneo. Non è tuttavia chiaro quale sia il ruolo degli aeroporti e dei poligoni sardi in queste esercitazioni. Un dato da notare riguardo a queste esercitazioni è la collaborazione di diverse università italiane, segno del rapporto sempre più stretto tra il Ministero della Difesa e gli Atenei della penisola.