Il 14 Maggio, come nei peggiori film, tutto inizia all’alba o quasi.

La mattina presto iniziano infatti a girare video ed indiscrezioni sulla presenza di numerosi Poliziotti e Carabinieri di fronte all’attuale stazione di Terna. Non è strano vedere forze dell’ordine in quei d’intorni ma non in gran numero come successo oggi. Inizia così il passaparola per capire cosa stia succedendo e arriva la notizia che si tratterebbe proprio dei tanto temuti espropri che il colosso dell’energia sta mettendo in atto per la costruzione del Tyrrhenian Link.

Grazie anche al continuo tergiversare delle istituzioni i lavori per questo progetto continuano a tamburo battente. Ogni giorno nelle campagne di Selargius girano trivelle e mezzi da lavoro che si portano avanti con i carotaggi e le ispezioni delle zone in cui sorgerà la struttura e in cui passeranno i cavi.

Mentre le voci continuano a girare ci si da appuntamento alla baracca de Su Padru, punto di ritrovo autocostruito di chi prova a resistere alle pressioni di Terna.

Le persone in numero sempre crescente si spostano dalla baracca alla stazione per capire cosa stia realmente succedendo.

Purtroppo le voci trovano fondamento e si tratta di esproprio di un terreno proprio di fronte all’ingresso della centrale.

In questo caso però la multinazionale ha tirato fuori dalle sue sporche maniche un mazzo truccato e si avvale di un decreto speciale per raggiungere il suo scopo.

I funzionari di Terna, ben scortati da Polizia, Carabinieri e Digos dichiarano di procedere con l’applicazione di un “decreto d’occupazione d’urgenza” in cui in sostanza dicono ai proprietari della terra che o vendono oppure il terreno rientrera’ tra gli espropri e non vedranno probabilmente il becco di un quattrino se non dopo anni e in ogni caso il terreno ed i lavori su di esso andranno avanti inesorabili.

Il testo di riferimento è quello riportato di seguito :

Articolo 22 bis Testo unico sulle espropriazioni per pubblica utilità

(D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327)

[Aggiornato al 10/12/2023]

Occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione

Dispositivo dell’art. 22 bis Testo unico sulle espropriazioni per pubblica utilità

FontiTesto unico sulle espropriazioni per pubblica utilitàTitolo II – Disposizioni generaliCapo IV – La fase di emanazione del decreto di esproprioSezione I – Del modo di determinare l’indennità di espropriazione

1. Qualora l’avvio dei lavori rivesta carattere di particolare urgenza, tale da non consentire, in relazione alla particolare natura delle opere, l’applicazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 dell’articolo 20, può essere emanato, senza particolari indagini e formalità, decreto motivato che determina in via provvisoria l’indennità di espropriazione, e che dispone anche l’occupazione anticipata dei beni immobili necessari. Il decreto contiene l’elenco dei beni da espropriare e dei relativi proprietari, indica i beni da occupare e determina l’indennità da offrire in via provvisoria. Il decreto è notificato con le modalità di cui al comma 4 e seguenti dell’articolo 20 con l’avvertenza che il proprietario, nei trenta giorni successivi alla immissione in possesso, può, nel caso non condivida l’indennità offerta, presentare osservazioni scritte e depositare documenti.

2. Il decreto di cui al comma 1, può altresì essere emanato ed eseguito in base alla determinazione urgente della indennità di espropriazione senza particolari indagini o formalità, nei seguenti casi:

  1. a) per gli interventi di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443;
  2. b) allorché il numero dei destinatari della procedura espropriativa sia superiore a 50.

3. Al proprietario che abbia condiviso la determinazione dell’indennità è riconosciuto l’acconto dell’80% con le modalità di cui al comma 6, dell’articolo 20.

4. L’esecuzione del decreto di cui al comma 1, ai fini dell’immissione in possesso, è effettuata con le medesime modalità di cui all’articolo 24 e deve aver luogo entro il termine perentorio di tre mesi dalla data di emanazione del decreto medesimo.

5. Per il periodo intercorrente tra la data di immissione in possesso e la data di corresponsione dell’indennità di espropriazione o del corrispettivo, stabilito per l’atto di cessione volontaria è dovuta l’indennità di occupazione, da computare ai sensi dell’articolo 50, comma 1.

  1. Il decreto che dispone l’occupazione ai sensi del comma 1 perde efficacia qualora non venga emanato il decreto di esproprio nel termine di cui all’articolo 13.

Ora ci troviamo di fronte ad un’arma temibile per questo e per gli altri progetti che gravano su tutto il territorio sardo e metteranno a dura prova la resistenza dei vari comitati.

Nel caso di Selargius gli anziani proprietari del terreno non hanno potuto fare altro che cedere di fronte alla legge, sicuramente intimiditi dalla presenza di così tanti sbirri e funzionari.

Mentre le firme venivano siglate non si sono risparmiati gli insulti ai funzionari dell’azienda che se la ridacchiavano allegramente.

Lo scoramento è stato tanto in quel momento e mentre il presidio si stava per sciogliere un compagno insieme a diversi solidali ha notato la presenza di una trivella per i carotaggi della ditta Geotest che vanta una lunga storia di collaborazioni dalla Portovesme srl all’Esercito Italiano, e che continuava la sua opera indifferente alla situazione intorno.

Così è iniziata l’occupazione della trivella che è stata fermata e circondata sia da sbirri che dai solidali intimando agli operai di smontare tutto ed andarsene e così è avvenuto. Dopo circa 40 minuti di fermo del macchinario , gli operai decidono di smobilitare e andare via momentaneamente e tornare un altro giorno rinunciando a lavorare anche nel pomeriggio.

Un piccolo gesto di disobbedienza che ha dalla sua una grande possibilità di replicabilità e che ha cambiato, almeno nel cuore delle persone, un momento triste e di sconfitta in un momento di gioia e di vittoria, per quanto possano essere effimere in questa situazione.

Per quanto amare sono però necessarie delle riflessioni.

La prima è sull’utilizzo di questo decreto d’urgenza che si rivela un’arma di ricatto legalizzato a disposizione di Terna e di tutte quelle ditte che hanno presentato dei progetti inseribili nel piano di transizione energetica in cui la Sardegna è ancora una volta terra di conquista.

Abbiamo poi l’evidente volontà dello Stato di proteggere questi progetti con un dispiegamento di forze ingente a protezione degli enormi interessi economici che girano intorno alla transizione energetica.

Nella giornata di oggi Polizia e Carabinieri hanno mantenuto un atteggiamento paziente e collaborativo, quasi discreto per non incendiare gli animi, ma sappiamo bene come queste siano strategie ben consolidate e sperimentate negli anni e come la controparte sia molto abile ad usare il pugno di ferro quando i lavori entrano nel vivo. Non a caso alla fine del presidio alla trivella erano presenti alti comandanti dei Carabinieri sicuramente invitati, se non costretti, ad intervenire dalla voce grossa di Terna.

Un’altra riflessione dovrebbe essere più un’autocritica. Infatti è innegabile che mentre si è preferito avere come interlocutori membri delle istituzioni, ben lontani dal ricambiare la considerazione verso i comitati, aziende come Terna si sono attivate per avere dalla loro le armi “legali” per procedere comunque a far fruttare il loro investimento. L’autocritica sta nel fatto che non ci si è resi conto o quasi che gli interlocutori reali siano le persone sottoposte ad esproprio con cui instaurare dei rapporti di fiducia e di complicità per evitare che si sentissero soli nell’affrontare questa situazione. Forse quel tempo impiegato ad aspettare moratorie da istituzioni sorde e complici della devastazione della nostra terra andrebbe impiegato nel creare un fronte comune reale che porti ad una solidarietà organizzata.

Non è mai troppo tardi diceva qualcuno, e forse è ora di cambiare strategia ed interlocutori per non assistere di nuovo a spettacoli tristi come l’esproprio di stamattina.

Non resta che conservare negli occhi l’immagine della trivella che si allontana e tenersi nel cuore la rabbia contro questo ennesimo attacco alla Sardegna.