Pubblichiamo la trascrizione di un testo letto da alcuni pastori davanti al tribunale di Nuoro il 22 Ottobre, mentre all’interno delle aule era prevista un’udienza a carico di dieci pastori accusati di aver bloccato la strada a Siniscola nel Febbraio 2019, agli inizi de sa gherra de su latte. Un testo che con rabbia esprime la determinazione di chi in quei giorni ha dato tutto, di giorno e di notte, per cercare di scardinare un meccanismo di sfruttamento come quello che continua ad esistere tra industriale e pastore.

Tanti e tante in quel lungo Febbraio ci hanno creduto, hanno creduto che la lotta continuasse, scansando l’ipotesi di una concertazione con gli industriali, con lo Stato e con i burattini della politica che in quei giorni pre-elettorali si sprecavano in promesse mai mantenute. Il sapore della lotta, dell’unione e della solidarietà dava coraggio e voglia di continuare. Eppure, tanti hanno deciso di sedersi al tavolo della trattativa, per poi rimanere fregati e continuare a dover versare il latte per i soliti miseri 80 cent. al litro.

Oggi, davanti ai banchi di tribunale, continua quella lotta iniziata circa un anno e mezzo fa, e continua a vivere sia nei gesti di solidarietà rispetto a chi è imputato sia nei cuori di chi continua a mantenere ardente il desiderio di cacciare a calci in culo i rappresentanti dello sfruttamento coloniale della Sardegna.

Febbraio 2019 noi c’eravamo…Ottobre 2020 noi ci siamo ancora!

Dopo quasi un anno e mezzo dall’inizio della rivolta ci troviamo davanti al buio più totale, a nessun cambiamento; dopo quasi un anno e mezzo dall’inizio della rivolta ci troviamo davanti ai rappresentanti dello stato borghese e coloniale italiano che al grido di fame, rabbia e frustrazione di un’intera categoria, che è la colonna portante da secoli dell’economia della nostra terra, la nostra patria, la Sardegna, risponde in questo modo…reprimendo con perquisizioni, schedature e denunce.

Non c’è ovviamente di che stupirsi dato che questo è il solito comportamento repressivo utilizzato dallo stato italiano contro chiunque in terra sarda si permette di protestare o manifestare contro abusi e infamie perpetrati contro il nostro ambiente, la nostra economia o la nostra storia…

Questo comunicato si rivolge a due soggetti:

-a noi pastori, che un anno e mezzo fa eravamo tutti uniti e abbiamo scritto una pagina di lotta ancora incompleta nella storia della nostra terra. Pastori riflettete e capirete che l’unica alternativa è la lotta, quella vera e concreta come un anno e mezzo fa nelle strade e nelle piazze giorno e notte! Diffidate da chi vi dice che le lotte si fanno nei tavoli pieni di gente in giacca e cravatta per fare le trattative…ma quali trattative??!! Non si tratta con chi da 30 o 40 anni ti affama! Pastori state sereni che non siete soli neanche in queste spiacevoli occasioni…non abbiate paura de “sa leze” che fanno i deboli con i forti e i forti con i deboli ma che se siamo uniti diventano solo dei cagasotto…

-allo stato coloniale italiano e tutti i suoi rappresentanti, non riuscirete a schiacciarci né con le vostre leggi fasciste fatte appositamente per tappare le bocche di chi urla il suo malessere, né con le vostre intimidazioni di denunce, processi, avvisi orali di sorveglianza speciale, perquisizioni e intercettazioni. Sappiate che questi atti repressivi non ci fermeranno e anzi ci invogliano ancora di più a lottare. State certi che siamo pronti a ricominciare a scendere nelle strade come un anno e mezzo fa. A differenza vostra continueremo a girare a testa alta sapendo che quello che abbiamo fatto è per la nostra giusta causa. Una rivincita per chi in passato non è riuscito a combattervi, un vanto per chi verrà. Per i nostri figli e nipoti.

A conca ritza e punzu artziatu sicchimos sa lotta

Fintzas a s’indipendentzia