L'EDITORIALE

E così arriva su Maistrali.
Il vento che spazza via l’afa lasciando spesso una sensazione di piacevole fresco, ci è sembrato il nome adatto in un momento come questo. Forse rappresenta più una speranza che un semplice nome. La situazione attuale ricorda tanto quell’afa estiva appiccicosa e bagnata d’umido, una sensazione che vorresti scrollarti di dosso magari con una bella doccia ma che torna a tormentarti sinché il vento non ricomincia a soffiare.

Siamo bombardati ogni giorno da numeri tra contagi e decessi, tamponi e vaccini, senza dubbio il non sapere cosa si deciderà ai piani alti, se ci sarà o no un nuovo lockdown o la possibilità di incontrarsi, o semplicemente se avremo la tranquillità di abbracciarci in pubblico ha lasciato un segno, e ha instillato nuove paure.
Ci serve qualcosa che spazzi via quella sensazione spiacevole, necessitiamo del fresco che ci schiarisca le idee, abbiamo bisogno di scrivere e di analizzare ciò che ci circonda per poterlo comprendere ed affrontare. Per questo senza grandi proclami abbiamo deciso di provare ad aprire questo sito.
Lo spunto è stato la mancanza di uno strumento che non fosse incatenato dalla necessità di una comunicazione troppo rapida e superficiale e allo stesso tempo un mezzo attraverso cui poter veicolare delle riflessioni ed incontrarne delle altre. Nella serrata pandemica abbiamo cercato, affamati, notizie e riflessioni per comprendere quello che succedeva, ed ora che si prova una ripartenza questo strumento ci è sembrato utile ai nostri fini, con la modesta pretesa di poter nel nostro piccolo saziare in parte quella fame di riflessione e confronto.

Ma di cosa parlerà questo sito?

Una parte sarà dedicata alla campagna NISHUNU EST SOLU, un percorso anticarcerario che mira a premere sui tanti punti dolenti del carcere e della repressione per poterli affrontare in maniera collettiva e costruire così delle relazioni e dei rapporti che possano essere spunto anche per altri percorsi. Nel carcere vediamo un problema diffuso ma anche tremendamente classista, l’esistenza stessa delle strutture di detenzione rappresenta la parte prettamente punitiva dello Stato e la sua volontà di rinchiudere chi evidenzia o rappresenta le tante crepe sociali. Le galere sono specchio della società che le produce. Le tante mancanze che vediamo per le strade sono le stesse che vediamo racchiuse da quelle mura: carenze sanitarie, istruzione deficitaria, repressione delle persone e delle speranze. Il carcere fa paura perché rappresenta in pieno l’estremizzazione di ciò che viviamo all’esterno. Le rivolte dei detenuti prima del lockdown, le evasioni e purtroppo le morti ci hanno fatto stringere i pugni ed il cuore e ci hanno fatto capire che il carcere non è un mondo sopito e pacificato, ma una realtà che è capace di urlare la sua rabbia e ci sembra importante far sì che quelle urla non restino inascoltate.

Le altre sezioni del sito sono anch’esse frutto della volontà di analizzare quello che succede intorno a noi, soprattutto nella nostra isola troppo spesso oppressa da decisioni altrui e dall’oppressione di uno Stato che vede la Sardegna come terra di conquista e saccheggio. Il territorio sardo è in balia di interessi sempre più grandi ed i progetti di rinascita tanto decantati lasciano sempre l’amaro in bocca. Sfruttamento industriale, territori devastati, turismo massificato, riqualificazioni urbane, metanodotti, carceri, basi militari sono solo le più grosse manifestazioni dello sfruttamento messo in atto ogni giorno nei confronti della nostra isola. Ogni volta che leggiamo di questi problemi ci resta addosso la voglia di approfondirli, analizzarli, sviscerarli per poterli combattere. Soffermarci solamente alla lettura sterile e alle chiacchiere da bar non ci basta, dopo tanti errori abbiamo capito che fermarci ai brevi giudizi ideologici non ci soddisfa nè rappresenta, andiamo quindi alla ricerca di riflessioni più profonde di questo mondo sempre più complesso. Schematicamente potremmo riassumere in “cosa ci interessa” e in “cosa facciamo” le altre sezioni del sito. Abbiamo scelto un’accezione così ampia, in cui potremo spaziare per cercare di approfondire le nostre azioni e i nostri interessi sperando che siano condivisi da altre e altri con altrettante riflessioni ed altrettanti modi di agire, diversi ma uniti verso lo stesso obbiettivo, analizzare ciò che ci circonda per capire come organizzarci per lottare.
Tornando al vento, al nostro caro Maistrali, ci serviva uno strumento che fosse aria fresca di rinnovamento ma che allo stesso tempo colmasse le mancanze del passato con la leggerezza tipica del vento e la sua forza. Che soffi quindi su Maistrali.

La redazione
Ottobre 2020

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