Alcuni mesi fa avevamo parlato delle condizioni del vitto e del sopravvitto nel carcere di Uta. Un problema così gravoso per le persone detenute e le loro famiglie da essere presente tra le rivendicazioni della nostra campagna. Vogliamo che i detenuti possano controllare la qualità del vitto, un ampliamento della lista della spesa e un ribasso del 50% dei prezzi sul listino.
Una lettera da Nuoro ci informa delle condizioni dell’alimentazione, del costo del sopravvitto e della situazione nelle cucine, sottolineando le differenze rispetto al carcere di Uta.

15-08-2021

<<[…] Anche nella cucina i prigionieri non se la passano poi tanto bene, a parte il fatto che il numero di prigionieri che ci lavora è abbastanza esiguo…, in tutto sono 5 e a turno fanno un giorno di riposo, di fatto è come se fossero quattro a lavoro.

La cucina come locali è abbastanza decadente, a parte il soffitto che “sfoglia”, e avrebbe bisogno di una rinfrescata di vernice e/o chissà che…, poi nei muri c’è la muffa e anche il pavimento non se la passa per niente bene.

Chi ci lavora fa i salti mortali impegnando le sue giornate con quasi 10 ore (se non di più) di lavoro, però di fatto a quanto so io non gliene pagano più di 4.

[…] Anche il vettovagliamento che arriva non è che sia di prim’ordine: patate avvizzite, frutta ormai sulla via del tramonto oppure carne non certo di primo taglio… qua di secondo va di moda il sofficino in tutte le salse…

Quindi colazione, pranzo e cena viene battuto a poco più di euro 3,5 + IVA, appare chiaro che di norma si va in perdita, però come dicevo sul sopravvitto si carica un bel po’.

Alcuni prodotti in ordine casuale:

Caffè Lavazza DEK                          250gr.   2,79

Caffè Lavazza crema e gusto        250gr.   3,29

Bagnoschiuma Dove                      700ml.   3,50

Dopobarba Gilette                         75ml.     5,29

Pizza Margherita Buitoni               660gr.   4,49

I prezzi non sono certo calmierati, visto che ci sono 280 prigionieri c’è anche da dire che questo è un carcere ricco, perché i prigionieri di media sicurezza al 90% lavorano. I restanti 200 circa sono di Alta Sorveglianza e di norma hanno un’assistenza dall’esterno continua. Da ciò se ne deduce che solo un 15-20% non fa la spesa dal sopravvitto…

Tutto questo lo scrivo perché ora posso fare un raffronto con il carcere di Uta, che è un carcere povero in quanto pochissimi lavorano, molti sono spiantati anche a causa di situazioni familiari precarie… tanto che io ricordo che 1/3 dei prigionieri ricorreva al sopravvitto. Tieni conto che molti compravano solo il tabacco e bevevano l’acqua che “sgorgava” dai rubinetti. >>