La perquisizione in carcere ha le stesse caratteristiche pratiche delle perquisizioni domiciliari ma può essere effettuata praticamente con la massima libertà da parte delle autorità penitenziarie.
In pratica per tutti i casi in cui si ravvisano dei pericoli per l’introduzione in carcere di materiale non consentito o eventuale presenza di materiale considerato pericoloso il direttore del carcere può autorizzare le perquisizioni sia corporali che delle celle.
Questo vale anche per gli esterni che entrano/escono dal carcere.
Le tipologie di perquisizione sono: ordinarie, straordinarie, per casi d’urgenza e generali.
La prima avviene in genere dopo contatti all’esterno del detenuto o in casi di sospetto scambio di materiali tra visitatori e prigionieri, si può svolgere senza autorizzazione del direttore.
La perquisizione straordinaria avviene dietro autorizzazione del direttore in presenza e valutazione di pericoli non preventivabili.
Le perquisizioni in casi di urgenza avvengono anche senza autorizzazione della direzione per sospetto di pericoli particolari ed urgenti ed è compresa, quindi, anche la perquisizione personale ma deve essere stilato un rapporto da presentare all’amministrazione che giustifichi l’urgenza.
La perquisizione generale è un provvedimento che comprende più detenuti contemporaneamente e avviene per ordine del direttore che può avvalersi anche di personale ulteriore rispetto a quello carcerario.
Il provvedimento è ovviamente un’ulteriore arma di ricatto e repressione all’interno delle mura carcerarie.