In questo 2023 in tutta la Sardegna sono piovuti centinaia di progetti di impianti energetici “rinnovabili”, un pò ovunque sono nati comitati di resistenza e per la difesa del territorio. Nel Sulcis-Iglesiente negli ultimi mesi c’è stato un intensificarsi dell’agire dei comitati locali. Da poche settimane è nato il Comitato di difesa del territorio del Sulcis-Iglesiente, che come prima uscita pubblica ha organizzato un’ASSEMBLEA PUBBLICA PREVISTA IL 13 DICEMBRE ALLE 17 PRESSO IL CENTRO CULTURALE DI VIA CATTANEO A IGLESIAS. Questo è il contributo – molto interessante – preparato dal comitato per il lancio dell’iniziaitiva.

Fonti Energetiche Rinnovabili in Sardegna: dai benefici alla nuova colonizzazione

Siamo fermamente convinti/e che il caos climatico che il pianeta sta affrontando debba essere contrastato con importanti provvedimenti utili ad una concreta mitigazione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera anche attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e non inquinanti di energia. Tale obiettivo necessita indubbiamente di una transizione ecologica/energetica in una visione olistica e partecipata, che non distrugga beni essenziali del nostro territorio: beni culturali e paesaggistici, attività primarie (agricoltura e pesca), attività turistiche, beni naturalistici e ambientali. Si possono sostituire le fonti fossili, e riconvertire le tre centrali presenti in Sardegna, senza l’assalto ai nostri beni comuni: sole, vento, acqua, terra e paesaggio.

E’ invece è ciò che si sta prospettando, in una logica coloniale che la Sardegna ha già vissuto e che ha determinato, nel tempo, la grave compromissione di ampie porzioni della nostra isola a causa della presenza delle servitù militari, delle pregresse attività minerarie, mai bonificate, degli insediamenti industriali inquinanti.

Al 30 giugno 2023 le richieste di connessione alla rete elettrica sarda presentate a Terna per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile, hanno raggiunto il numero di 718, per una potenza complessiva pari 56,08 GW.

Nell’ipotesi che tutti questi impianti venissero realizzati si avrebbe una nuova potenza disponibile da energie rinnovabili di 56 GW, capace di produrre oltre 100 TWH/anno, a fronte di un attuale fabbisogno elettrico di poco superiore a 9 TWh/anno: dodici volte tanto!

Eppure la Sardegna da diversi anni produce un esubero energetico con picchi superiori al 30%; eppure i tre obiettivi imposti all’Italia dalla UE con il pacchetto per il clima e l’energia 2020, poi a cascata alla Sardegna tramite il burden sharing, sono stati raggiuti con largo anticipo ed ampiamente superati.

Sono sufficienti questi dati per capire che qui non si sta parlando di transizione energetica-ecologica, ma di una vera e propria speculazione energetica ai danni di tutta la Sardegna e del suo sviluppo futuro, che va assolutamente fermata.

I dati numerici sicuramente evidenziano da una parte un progetto nazionale per la nostra isola di mega impianti orientati all’esportazione con lo stesso modello estrattivista e centralizzato che conosciamo da sempre; dall’altra la totale assenza di una seria pianificazione e governance a livello regionale in un settore così delicato e complesso per le implicazioni di carattere ambientale, sociale ed economico quale quello dell’energia. Il Piano energetico regionale della Sardegna è fermo al 2015 e non è stato aggiornato nelle sue parti più significative e non hanno avuto attuazione, nei provvedimenti regionali, i contenuti della legge delega nazionale n. 53 del 22 aprile 2021 e del D.lvo 199/2021 che impongono l’individuazione dei siti idonei e non idonei. Pur nell’ambito di una discutibile assenza di governance è possibile evidenziare comunque l’incoerenza dei progetti ad oggi proposti con gli strumenti di programmazione ancora in itinere. (Costituzione italiana, Piano Paesaggistico, Statuto della Regione Autonoma della Sardegna, convenzione di Aarhus).

Tutto questo è assolutamente presente anche nel nostro territorio con decine di impianti richiesti a terra e a mare.

Gli impianti agrivoltaici e fotovoltaici presentati al MITE o in sede regionale, richiesti nei comuni di Carbonia, Portoscuso e Gonnesa , ricadono tutti su area agricola che, allo stato attuale, supera i mille ettari. Altri progetti fotovoltaici, Cirfini, Genere, Carbosulcis e Green and blue Mesu-Seruci, dovrebbero sorgere in area protetta della rete Natura 2000, Zona Speciale (ZPS) di conservazione degli Habitat.

La sottostazione TERNA dovrebbe sorgere a Nuraxi Figus occupando aree agricole di pregio ma anche tutelate dall’UNESCO relativamente ai muri a secco, vincolate dai beni culturali poichè area costiera, ma anche dal Ministero dei Beni Culturali per l’alta frequenza di nuraghi, villaggi nuragici, menhir, tombe dei giganti, domus de janas, ma anche di siti del periodo fenicio-punico-romano.

Fra le tante problematicità annoveriamo i plinti che sosterranno le pale eoliche, molte di queste alte fino a 200 metri, per installare le quali sarà necessario sventrare decine di metri cubi di terreno, allargare le strade o crearne di nuove per far passare i mezzi pesanti, scavare i campi per il passaggio dei cavidotti.

I cavidotti degli impianti eolici e fotovoltaici giungeranno alla nuova sottostazione RTN TERNA che dovrebbe sorgere a Nuraxi Figus; alcuni attraverseranno la frazione ma anche il centro urbano di Cortoghiana e di Flumentepido; scorreranno in campi agricoli e per decine di chilometri lungo strade statali, comunali e provinciali. Il cavidotto proveniente dal progetto “Green and Blue Mesu Seruci scorrerà in area archeologica di fianco al Pozzo Sacro di epoca prenuragica, a Nuraxi Figus, area archeologica ancora inesplorata e a forte rischio di danno.

I progetti eolici da noi individuati sono 5: undici pale eoliche si collocano ai confini con Domusnovas per scorrere in direzione di Iglesias e il cavidotto dell’impianto raggiungerà la frazione di Nuraxi Figus, nel comune di Gonnesa; sette pale eoliche verranno installate tra Carbonia e Bacu Abis; il cavidotto raggiungera’ Nuraxi Figus attraversando la pineta e l’area archeologica di Corona Maria a Cortoghia na; quattro già autorizzate, sorgeranno presso la Carbosulcis a Nuraxi Figus.

La sottostazione Terna è stata progettata in area agricola. Qui verranno espropriati i terreni agricoli di proprietari che si rifiutano di vendere nonostante le pressioni. Essa dista 100 metri dalla frazione e vi sono presenti beni naturali di centinaia di anni, piante di fico, lentisco ecc,. Le recinzioni alberate (su serru) che hanno centinaia di anni, fanno parte della storia identitaria agricola del paese e sono inserite in un’oasi di grande interesse naturalistico, rischiano di sparire.

Non è oggi calcolabile l’impatto sugli equilibri marini delle pale a mare e la compromissione di vedute paesaggistiche come quella del Pan di Zucchero. Nel tratto marino che da Masua va all’isola del Toro sono stati presentati infatti ben 270 progetti per Pale Eoliche.

Questa proliferazione macroscopica di progetti di impianti fotovoltaici ed eolici, senza nessun rapporto con le esigenze della nostra terra, se approvati, farebbero della nostra isola un territorio in cui le future generazioni si troverebbero a non poter praticare agricoltura, pastorizia, turismo …e a fare i conti con pale e pannelli che, esaurito il periodo di produttività di trent’anni circa, lascerebbero territori improduttivi, inquinati da strutture dismesse e non bonificate, da piattaforme terrestri e marine cementificate, inerti.

Lascerebbero i Sardi privi della loro terra, finita in mano alle multinazionali che decidono il futuro dell’isola!

Le soluzioni ci sono. Le emissioni si contrastano in primo luogo con l’incremento dell’efficienza energetica, del risparmio energetico e incentivando l’autoproduzione e l’autoconsumo (prosumers) anche con le Comunità Energetiche. Le emissioni si riducono con un’agricoltura rigenerativa (agroecologia) diffusa che ripristina la fertilità del suolo e quindi la capacità del suolo di stoccare il carbonio. Non sono gli impianti agrivoltaici che ci porteranno in questa strada!

La Sardegna ha un’estrema necessità di un articolato piano strategico dove vengono finalmente definiti gli obiettivi in funzione delle nostre reali esigenze, in sintonia con l’ambiente e la natura. Per questo non vi è altra strada che la sospensione di tutte le autorizzazioni in corso affinché si possa mettere a punto un piano energetico e ambientale con la cura e l’attenzione necessaria, con la partecipazione delle popolazioni.

Per rivendicare ciò la Sardegna è attraversata da un consapevole e forte movimento che, riunito nei Comitati territoriali sardi contro la speculazione energetica, intende fermare questo gigantesco affare. Il lavoro dei Comitati ha dato vita alla “Proposta di legge di moratoria e atto di indirizzo politico sulla realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili (F.E.R.) di grande taglia” inviata alla Regione, ma già arenata.

Anche tanti Sindaci si stanno opponendo con i loro atti e osservazioni e l’Anci Sardegna ha approvato un ordine del giorno per chiedere una moratoria sui mega-impianti di produzione da fonte rinnovabile nell’isola e per una transizione energetica equa, giusta e democratica. Ma non basta!

E’ stata promessa dai politici regionali in questi mesi una legge di moratoria salvo poi produrre un nulla di fatto, è stato promesso un loro interessamento concreto per uno sviluppo sostenibile della produzione di energia da fonti rinnovabili salvo poi approvare l’intesa con lo stato per la metanizzazione della Sardegna che significa investire milioni di euro su una fonte fossile, sebbene entro il 2030 il 65% dell’energia debba essere prodotta da fonti rinnovabili.

Dobbiamo diventare un grande movimento di popolo per bloccare la speculazione e progettare noi il futuro della nostra terra.

Come cittadini, associazioni, comitati esigiamo con fermezza e continuiamo a chiedere alle amministrazioni locali e regionali che i cittadini siano informati, ascoltati e coinvolti nelle scelte.

Siete tutti invitati all’assemblea pubblica sulla transizione energetica in Sardegna che si terrà il 13 dicembre alle ore 17.00 presso il Centro Culturale.

Inoltre:

“L’appuntamento è per tutti il 14 Dicembre 2023, in Via Roma, di fronte al Consiglio Regionale della Sardegna per dire basta alle bugie e mettere in chiaro anche alla prossima giunta Regionale che non ci arrenderemo e continueremo la nostra battaglia per chiedere una transizione ecologica green, sostenibile, rispettosa delle comunità e dei territori. Siete tutti invitati: cittadini, associazioni, organizzazioni, portiamo la nostra voce e la nostra determinazione. Insieme possiamo fare la differenza”. (Coordinamento Comitati Sardi contro la speculazione energetica).

Iglesias 6 dicembre 2023

Comitato di difesa del territorio del Sulcis Iglesiente