Nelle ultime settimane la cronaca locale non fa altro che riportare notizie veramente fastidiose e spiacevoli, che non fanno altro che far accrescere l’insofferenza verso le divise militari che occupano il nostro territorio.

Si inizia qualche giorno fa con il ritrovamento di un ordigno inesploso a Cala Cipolla, viene stabilito – non si sa da chi – che si tratta di un qualcosa risalente alla seconda guerra mondiale, ma i dubbi vista la vicinanza con il poligono di Teulada rimangono. Il comune di Domus de Maria vieta l’accesso alla zona, in attesa che gli artificieri della Marina facciano il loro lavoro.

Pochi giorni dopo è previsto il brillamento.

Il Sindaco e i vigili si recano dalla mattina presto presso la spiaggia per assistere e coordinare le operazioni, attenderanno a lungo.

I militari non solo non si presentano, ma non avvisano neanche.

A oggi non sappiamo se si siano degnati di concludere l’operazione.

Siamo a ottobre e come ogni anno riprendono le esercitazioni a fuoco nei principali poligoni sardi. Da far notare che il mito delle esercitazioni interrotte per l’estate vale solo per quelle che potrebbero provocare incendi (anche se abbiamo visto che poi non è vero neanche questo visti i numerosi incendi che divampano dentro i poligoni anche in estate, il più famoso fu quello di inizio settembre 2014), perché per tutta l’estate le esercitazioni aeree non si sono mai interrotte, e anche le navi militari non hanno mai smesso di arrivare e partire dai porti sardi.

Come ogni inizio stagione di fuoco i militari presentano il calendario delle esercitazioni (ormai sempre più incomprensibile su cosa verrà veramente testato) al CO.MI.PA (comitato misto paritetico) che come al solito non lo sottoscrive in quanto inaccettabile, sempre da prassi il calendario viene forzatamente fatto valere dal ministero della Difesa con la scusa dell’interesse strategico nazionale delle esercitazioni. Il risultato è che gli strumenti democratici vengono traditi da chi la democrazia dovrebbe difenderla – armi in pugno – rendendo questi teatrini sempre meno credibili e sempre più distanti da chi invece gli scempi e le violenze democratiche le subisce sotto forma di devastazione, esproprio, arroganze, inquinamento e così via.

Ma non basta.

Il documento ufficiale presentato dai militari non include la VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale), una procedura cui sono assoggettate tutte e attività che possono recare danno all’ambiente per minimizzare i danni e introdurre misure di compensazione, come tra l’altro indica lo stesso codice dell’ordinamento militare.

A partire da questa grave mancanza il GRIG (Gruppo di Intervento Giuridico) ha fatto ricorso al TAR per provare a ottenere una sospensiva delle esercitazioni e una successiva presentazione della VINCA. Conoscendo il potere politico dei militari non c’è da aspettarsi davvero nulla, troveranno come al solito una scusa per non averla presentata, per non presentarla e per continuare imperterriti nella loro attività di addestramento per la guerra e distruzione del territorio.

Questi due – apparentemente piccoli – fatti di cronaca si sommano alle centinaia di arroganze che i militari si permettono su territorio e popolazione sarda. Nell’ultimo anno con l’incremento notevole delle esercitazioni a causa della guerra ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, dalle promesse di lavoro alle lavanderie, alle strade chiuse, agli incidenti fino agli sconfinamenti fuori dalle zone militari.

Rilanciamo l’appello a condividere fatti di questo tipo, affinché sia sempre più diffusa la consapevolezza di quanti sia ramificata e viscida la violenza dell’occupazione militare. Per chi volesse contribuire ci scriva qua: maistrali@autistici.org.