riceviamo e pubblichiamo:

Noble Jump, Joint Stars e Mare Aperto: mentre la NATO in Sardegna prepara la guerra a est dell’Europa un corteo nel pomeriggio di venerdì ha tentato di raggiungere il perimetro di uno dei principali teatri delle esercitazioni in corso con l’obiettivo di contrastare l’occupazione di questa terra per organizzare la guerra altrove.

 
Villasor, del 28 aprile 2023, pochi chilometri dall’aeroporto militare di Decimomannu. Una data significativa per questa terra. Un simbolo di liberazione abusato, istituzionalizzato e folklorizzato. Ci si libera sempre da qualcuno o qualcosa: occorre capire da chi e da cosa per non lasciare alle sole celebrazioni la memoria. Chi occupa deve essere cacciato per non lasciar trascinare questa terra nella spirale che oggi organizza la guerra globale altrove e che ritorna dalle nostre parti come guerra sociale fatta di abuso del territorio, inflazione galoppante, incertezza sistemica.

La giornata di lotta convocata ormai diversi mesi fa muta carattere: la necessaria risposta alle intimidazioni poliziesche rispetto a chi si spende contro l’occupazione militare cede il passo a contrasti più ampi. La Sardegna è invasa: convogli militari occupano le statali del sud dell’isola, il golfo di Cagliari è assediato dalle navi dell’Alleanza. Non c’è nessuna opportunità in tutto questo per chi vive questa terra.

Un corteo che conta circa duecento partecipanti inizia a muoversi fuori dal paese. Interventi scandiscono una marcia lunga che imbocca controvento la statale che porta alla base. Polizia e carabinieri scortano avanti e dietro la manifestazione. L’elicottero sorvola. Tutto è controllato eppure qualche sentiero poco prima dei cancelli della base offre la possibilità di un diversivo. Si tratta di non lasciarsi catturare nella normalità della protesta, nella sua riduzione a fatto innocuo. Si lascia l’asfalto si imbocca lo sterrato. Un serpentone si snoda per il sentiero con passo più svelto. Qualche razzo di segnalazione prova a occupare lo spazio aereo oltre le reti. Le esercitazioni son comunque temporaneamente sospese e questo è un primo risultato conseguito dal fatto di esserci. Tra i campi di grano qualche mezzo della polizia raggiunge per primo l’incrocio che permette di avvicinarsi ancor di più alle reti. I sentieri permettono di accorciare le distanze ma percorrerli è difficile e non offrono garanzie.

Lentamente la manifestazione torna nella statale. I lacrimogeni della polizia sono spazzati via da un generoso maestrale. Qualche getto d’acqua da un idrante impedisce di proseguire oltre. La manifestazione torna in paese raccogliendo qualche applauso dai portoni delle case aperti. Una giornata generosa che assicura continuità e offre un primo spazio per crescere ancora. Uno spazio di partecipazione nuovo può aprirsi: le esercitazioni non son terminate, altre voci e nuovi fatti possono aggiungersi.