45 anni fa, in una fredda notte alcuni militanti del FLNC compirono una delle azioni più eclatanti che il panorama europeo potesse conoscere, non tanto per la dinamica o le capacità tecniche, ma per il nemico scelto.

Erano anni in cui i gruppi europei che praticavano la lotta armata quasi si sfidavano, o meglio stimolavano, a spostare sempre più in su l’asticella, cinque anni prima l’ETA aveva sfidato con Carrero Blanco le leggi della gravità, e solo pochi mesi più avanti le BR avrebbero portato a compimento l’operazione più ambiziosa della loro storia. L’efficacia e la diffusione della scelta armata non era messa in dubbio da chi voleva un radicale cambio dell’esistente.

In Corsica dove il fronte armato nacque a sostegno delle istanze di liberazione nazionale, ci si trovava in una situazione ancora molto giovane. Il Fronte di Liberazione Nazionale Corso era nato meno di due anni prima, la data ufficiale della sua nascita viene collocata il 5 maggio 1976 a seguito dei fatti di Aleria.

Fin da subito il FLNC si dedicò ad attaccare i simboli e gli interessi francesi in terra corsa e non solo, quella del 13 gennaio del ‘78 è un azione rimasta unica nella storia corsa e fra le poche nel panorama internazionale.

Quella notte fu attaccata una base NATO.

Sulinzara è un paesotto sulla costa est della Corsica, situato circa a metà dell’isola. La base militare venne costruita a metà degli anni ‘50, anche se già negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale quella porzione di territorio fu usato per manovre aeree. Si tratta di una importante base logistica per gli equilibri europei, molto attiva anche oggi.

Non vi sono molte fonti riguardo cosa accadde quella notte, e alcune sono piuttosto contrastanti, noi pubblichiamo un testo di rivendicazione che abbiamo trovato in un archivio, che spiega, seppur in breve, come andarono le cose:

Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 1978 i militari di guardia vengono neutralizzati. Un commando di nove uomini del Fronte di Liberazione Nazionale Corso mina le installazioni dopo aver disarmato l’unico soldato presente nella sala di controllo dell’edificio principale, l’operazione può cominciare.

Sono le 2 e 45 quando i membri del commando ripiegano, lasciando la testimonianza di Stephane Murracioli. 15 kg di plastico dentro la sala radar centrale, 10 kg alla base della cupola e due cariche da 5 kg per ciascuna installazione e sotto la torretta del radar annesso. Verso le 3 e 45 le cariche esplodono, quella sotto la cupola centrale non esplode.”

Dagli anni ‘70 in poi il FLNC, ma più precisamente la lotta clandestina corsa, nonostante divisioni, morti e arresti, non ha mai smesso di inferire i suoi colpi allo Stato e agli interessi francesi, non vi sono dati ufficiali ma le azioni si contano nell’ordine delle migliaia.

Tuttora il conflitto è vivo sui vari piani che da sempre caratterizzano la Corsica, e nonostante un cinquantennio di lotta lo Stato francese non concede nulla, anzi continua a reprimere in piazza e non.

Recentemente è stata compiuta l’ennesima operazione repressiva, questa volta ai danni di quella che dovrebbe essere la presunta cupola decisionale di questa fase storica, sono stati arrestati – e immediatamente deportati in Francia – otto militanti nazionalisti. Poco tempo fa erano stati arrestati dei militanti ritenuti responsabili dei disordini del marzo scorso durante le manifestazioni di protesta per l’aggressione subita da Yvan Colonna.