Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Assemblea contro la presenza militare in Sardegna. Mercoledì 30 ha avuto luogo l’ultimo dei 3 presidi a cadenza settimanale, chiamati dall’Assemblea di fronte all’aeroporto militare di Decimomannu. La scelta del luogo è stata dettata dalla sua centralità nel comparto militare come luogo di partenza dell’aviazione per le guerre in tutto il mondo e per quella in Ucraina. La reazione della polizia è stata significativa sull’impossibilità di mettere in discussione il ruolo dell’aeroporto, tanto meno sul provare a mettere i bastoni tra le ruote a ciò che alimenta la macchina bellica.

Oggi c’è stato un presidio all’aeroporto militare di Decimomannu. Questo è l’ultimo di una serie di tre iniziative indette per ogni mercoledì di questo mese, per lottare contro la guerra anche qui in Sardegna. Vista l’ingente presenza di poligoni e presidi militari sulla nostra isola, non avevamo che l’imbarazzo della scelta per mettere i bastoni tra le ruote agli eserciti della Nato, che da Decimo e da altre basi sarde stanno partendo per raggiungere l’Est Europa.

Allo scorso presidio del 23 marzo siamo riusciti a bloccare, anche se per poco, un autocisterna per il rifornimento di gasolio dei mezzi aerei e siamo stati allontanati e spinti dalla polizia antisommossa, che non si é fatta mancare anche qualche manganellata di dispersione e il ridicolo tentativo di impossessarsi dello striscione. Oggi abbiamo invece organizzato una battitura sulle reti, ma la reazione è stata ben piú aggressiva: il presidio é stato caricato a più riprese.
Una reazione così ferma per un atto simbolico denota sicuramente l’allergia dello Stato a qualunque forma di contestazione in una fase in cui tutte le forze politiche si compattano per approvare l’aumento delle spese militari, mostrando un più deciso interesse per l’intervento bellico e il desiderio di capitalizzare le situazioni di instabilità internazionale.
Nonostante i maldestri tentativi di intimorirci come quello di oggi, continueremo a lottare contro l’occupazione militare della nostra terra e contro la guerra e tutti i suoi sostenitori, con più determinazione che mai.